Spesso guardiamo l’etichetta dell’acqua minerale per capire quanto sodio c’è, ma il dato più importante è la sua acidità o alcalinità

Non bevendo mai alcolici fuori casa, al ristorante più che la lista dei vini mi interessa l’etichetta dell’acqua minerale di turno. Il marketing vuole che sia il contenuto di sodio la cosa importante da verificare, ma anche la più minerale delle acque contiene comunque poche sostanze disciolte. Ben più importante è il pH, cioè il grado di acidità o alcalinità dell’acqua. Dato che siamo fatti per il 60% di acqua, dal punto di vista nutrizionale la cosa fondamentale è idratarsi correttamente, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo.

Riguardo la quantità di acqua da bere, va sottolineato che: non abbiamo riserve d’acqua; un litro/ora è la massima velocità di assorbimento intestinale dell’acqua; con la sudorazione possiamo perdere anche più di due litri/ora, la sete si avverte quando si è perso il 2% dell’acqua corporea: quando si è perso il 2% dell’acqua corporea, le prestazioni atletiche cominciano a peggiorare (quindi devo bere prima di avere sete). La quantità di urina prodotta e il suo colore sono un facile e immediato dato sull’idratazione (disidratazione = urine concentrate giallo intenso). Della qualità dell’acqua ci si preoccupa stranamente piuttosto poco (eccetto la quantità di sodio e inquinanti come i pesticidi) ma è come se ci preoccupassimo più dei sassolini dell’acquario che dell’acqua che usiamo per riempirlo… Considerato che il sodio della dieta è quasi tutto di origine alimentare e pochissimo deriva dall’acqua che beviamo e che un atleta sudando ha un fabbisogno di sodio superiore a chi passa il tempo facendo zapping con il telecomando seduto sul divano, qual è l’acqua ideale per l’atleta? Per prima cosa ricordo che il pH del nostro corpo è 7,4 cioè leggermente alcalino (o basico se preferite). Il pH 7 rappresenta lo stato di neutralità, un valore inferiore a 7 è acido, sopra il 7 è alcalino.

Atleticamente parlando, lo sforzo intenso si accompagna alla produzione di acido lattico (quindi acidosi) e di radicali liberi dell’ossigeno (ROS) e dell’azoto (RNS). Consigliereste dell’acqua acida a un atleta o a un amico? Divertitevi un po’ a scoprire, leggendo le etichette, quante acque minerali cosiddette povere di sodio hanno pH inferiore o attorno a 7. L’acqua che sgorga da una sorgente di montagna è generalmente alcalina e in ciò la natura ci suggerisce molto, ma quanti di noi vivono in un maso? Cosa fare allora? Per prima cosa verificare cosa sto bevendo dal certificato di analisi dell’acquedotto (o del pozzo artesiano) o dall’etichetta dell’acqua di bottiglia. Se il pH è inferiore a 7,4 direi che merita cercare di meglio. Per principio sono contrario all’acqua minerale in bottiglia per l’impatto ambientale di fare viaggiare acqua sui camion per centinaia di chilometri, ma se non ho alternative piuttosto di bere male….

Una valida alternativa possono essere gli ionizzatori, piccoli apparecchi che prima filtrano e poi producono acqua alcalina consentendomi di scegliere anche il pH che preferisco. Va detto che non sono ancora strumenti propriamente economici, ma i costi di manutenzione sono minimi e posso così avere a casa, anche in città, acqua pura e alcalina come se fossi ai piedi dei ghiacciai, provare per credere. Tra l’altro l’acqua prodotta dagli ionizzatori ha un elevato potere antiossidante (ORP negativo)  mentre quella comune ha ORP positivo (cioè è ossidante) e possiede molto idrogeno libero che sembrerebbe potere avere ulteriori effetti benefici. Se siete curiosi di verificare lo stato acido-base del vostro organismo potete comperare in farmacia con pochi euro le striscette per misurare il pH: controllatelo sulle prime urine del mattino e vedrete che spesso il pH è decisamente acido! Ma se mangiamo bene e beviamo di qualità non ci vorrà molto per migliorare. Salute!