Descrizione
C’è un confine, nel ciclismo. È quello che una sola persona al mondo riesce a superare una volta all’anno. È quello che ti porta ad indossare la maglia iridata, un simbolo unico che esiste solo nel nostro sport e che per tutto l’anno stabilisce una linea di demarcazione tra un uomo, una donna, e tutti gli altri che praticano la stessa disciplina.
«Per capire cosa voglia dire essere di confine e abitare una soglia temo che si debba esserci nati, o viverci per un periodo lungo» scrive Emilio Rigatti nella nostro racconto del Collio come bike destination. E diteci se vi viene in mente una terra più al confine di quella.
Si può nascere e crescere ai confini dell’universo ciclistico, come Neilson Powless – il primo nativo americano a vincere una gara World Tour – o come Jonas Vingegaard, dagli ultimi lembi di terra della Danimarca al podio del Tour de France.
Ai confini del mondo, a Capo Nord, si può andare in bicicletta e in autosufficienza, in una gara pazza che misura 4.000 chilometri. Lo ha fatto Federico Damiani nella North Cape 4000 e ha deciso di raccontarcelo.
Si può cercare il confine della sopportazione, pedalando sulle strade del Kirghizistan, nella Silk Road Mountain Race, quella che è considerata la gara più dura al mondo.
Ma ci si può spingere anche più in là e cercare il confine oltre cui si rischia di non tornare indietro, come ha fatto Lorenzo Barone, pedalando in Siberia in inverno, a -50°.
E poi ci sono i confini da scavalcare. Come quelli che i contrabbandieri violavano per portare il tabacco avanti e indietro tra Svizzera e Italia, sulla linea delimitata dalle Alpi Centrali. Strade sulle quali Giacomo Pellizzari e Max Muraro hanno disegnato il nuovo Tabac Brevet. Ma anche quelli da scavalcare per mantenere il proprio lavoro, come ci ha raccontato Giulia Fissore che con un gruppo di operatori sanitari transfrontalieri ha scelto la bicicletta e una vecchia strada in disuso per raggiungere il posto di lavoro in Val Roya dopo le alluvioni che hanno reso inagibile il tunnel del Colle di Tenda.
Si può fare una scelta ai confini delle abitudini dei propri coetanei, come quella dei ragazzi del velo Club Empoli, che invece di calcio, basket o altri sport più popolari, hanno scelto di correre in bicicletta. Con tutto l’amore possibile.
E poi c’è un confine nel raccontare le storie, nello scattare fotografie, nello scegliere e proporre i contenuti. È quello oltre quale nessuno era mai andato e con coraggio si sta spingendo il team di #Alvento, numero dopo numero. Anche grazie al vostro supporto, anche perché l’ispirazione viene proprio da voi.
#Alvento17 parla di confini.
Lo troverete in edicola da mercoledì/giovedì negli stessi giorni sarà spedito agli abbonati.
Alvento non è una rivista.
Alvento is a state of mind.
Informazioni aggiuntive
Peso | 0,9 kg |
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Dimensioni | 28,5 × 23 × 1 cm |
Mese | ottobre |
Anno di pubblicazione | 2021 |
Numero di pagine | 240 |
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